Bill Viola, un artista straordinario, coinvolgente, emozionante. Ogni sua mostra è un evento da non perdere perché come tutti i grandi, è un precursore e un maestro. Con le sue opere ci fa riflettere sul significato più profondo della nostra esistenza. In un dialogo mai interrotto con la parte più intima della nostra anima.
Nei raffinati saloni di Palazzo Bonaparte a Roma che furono dimora di Madama Letizia Ramolino Bonaparte, madre di Napoleone Bonaparte, i visitatori della mostra sono immersi nel buio. L'oscurità lascia percepire solo schegge delle meravigliose decorazioni del palazzo. Si entra in uno spazio visionario all'interno del quale ci troviamo a stabilire una profonda connessione visiva e spirituale con le opere esposte.
Bill Viola
Bill Viola, un ponte tra Oriente e Occidente, misticismo e realtà. Ha indagato nella sua lunga vita artistica dagli anni Settanta ad oggi i misteri della vita. La nascita e la morte, la sofferenza e la rinascita, lo scorrere del tempo. La fascinazione dell'arte italiana e dei grandi maestri che tanta influenza hanno avuto sul suo percorso artistico.
I lavori presenti in mostra sono una sintesi diacronica ed emblematica del lavoro di Viola, artista americano di origini italiane. Sono anche il manifesto dello sviluppo della video-arte di cui l'artista è stato uno dei pionieri.
Secondo gli organizzatori della mostra, “l'installazione è stata percepita come un vero percorso emozionale nel quale il pubblico potrà accedere a spazi dall'atmosfera ovattata che ricordano luoghi di profonda intimità. Quasi dei sacrari della propria memoria, un visionario spazio di culto dove il visitatore è invitato a stabilire una profonda connessione visiva e spirituale con l'opera d'arte.”
I maestri
La sua poetica, solcata da una profonda vena mistica, spazia dalla filosofia di Ananda Coomaraswamy alla metafisica della luce del filosofo sufi Ibn Arabi. Fondamentale l'iconografia cristiana rinascimentale e la filosofia zen giapponese.
Biografia
L'artista nasce a New York nel 1951, si è laureato nel 1973 al College of Visual and Performing Arts della Syracuse University (Stato di New York). Ha studiato musica elettronica, performing art, film sperimentale e creato il suo primo video con la telecamera portatile.
Dopo la laurea ha trascorso diciotto mesi a Firenze immerso nell'arte e nella pittura rinascimentali. Era arrivato in Italia come primo assistente tecnico per gli artisti americani che venivano a realizzare le loro opere nel nuovo centro di produzione video chiamato art/tapes/22, galleria di proprietà di Maria Gloria Conti Bicocchi a Firenze, in via Ricasoli 21. Dopo Firenze, Viola è stato in Giappone, a Giava, a Bali. Nel 1980 sposa Kira Perov che collaborerà sempre con il marito.
I viaggi
Nel 1980 trascorre diciotto mesi in Giappone insieme alla moglie Kira per approfondire la cultura tradizionale nipponica e la tecnologia video più progredita. Il loro docente sarà Daien Tanaka, maestro zen e pittore. Nel 1982 la coppia si trasferisce nella California meridionale. Nel 1982 visitano il Ladakh per osservare l'arte religiosa nei monasteri buddisti tibetani. Nel 1984, nelle isole Fiji osserverà e registrerà su video la cerimonia indù in cui i partecipanti camminano sui carboni ardenti.
Le sue opere sono esposte alla Biennale di Venezia (1994 e 2007), al Withney Museum of American Art di New York (1997), al Paul Getty Museum di Los Angeles (2002), a Tokyo (2006), al Palazzo delle Esposizioni di Roma (2008), al Grand Palais di Parigi (2014). Nel settembre del 2016 alla St. Paul's Cathedral di Londra viene esposta l'installazione Mary e nel 2017 a Palazzo Strozzi a Firenze ha grande successo la mostra Bill Viola. Rinascimento elettronico.
Le opere in mostra
La prima opera che incontriamo nel percorso espositivo è The Reflecting Pool (1977-1979), vero e proprio manifesto dell'arte elettronica in cui i temi principali sono l'acqua e il dilatarsi del tempo. Un uomo esce da un bosco, si ferma davanti ad una piscina e spicca un salto per tuffarsi nell'acqua vestito.
La sua immagine rimane bloccata: mentre per lui il tempo si arresta, la superficie dell'acqua registra piccoli eventi e il suo corpo gradualmente scompare. Per riapparire in mezzo alla vasca, nudo, ed uscire dalla piscina per allontanarsi nel bosco da cui era venuto.
Ascension
Ascension (2000) ci mostra la rallentata e coinvolgente sensazione di un corpo che si immerge in una grande quantità di acqua. La figura umana raggiunge le profondità subacquee in cui il corpo umano si fonde nella grandezza infinita dell'universo. Acqua come simbolo di caduta ma anche rinascita, purificazione e morte. La sala è buia, la sensazione che proviamo è quindi amplificata e anche noi ci sentiamo immersi in una dimensione nuova, rigenerante e purificatrice che solo l'acqua può darci.
L'acqua è ancora la protagonista di uno dei quattro video Martyrs (2014), dedicati agli elementi Aria, Terra, Acqua e Fuoco.
In questo video, il martire dell'acqua è inteso non in senso cristiano ma come testimone della sofferenza. L'acqua travolge il suo corpo con forza potente e distruttiva e il protagonista rappresenta l'ideale della forza d'animo capace di sopportare le avversità, le difficoltà e perfino la morte pur di rimanere fedele a valori, credenze e principi. Come diremmo oggi, la resilienza umana.
In Water Portraits (2013), è l'acqua l'elemento che non appare naturale all'uomo. I ritratti dei personaggi immersi nell'elemento fluido non sembrano respirare ma appaiono comunque sereni e a proprio agio in un mondo che li accoglie e in cui sembrano esistere anche senza l'aiuto del respiro.
L'acqua
L'acqua è quindi una tematica di fondamentale importanza per l'artista. Forse legata ad un avvenimento dell'infanzia. All'età di sei anni, mentre era in vacanza in montagna, ha cercato di imitare un cugino che si era tuffato in un lago, ma non riuscendo a trattenere il respiro, era finito sul fondo. Sarebbe annegato se lo zio non l'avesse salvato. Per l'artista però, quell'esperienza non è stata segnata dalla paura ma dal ricordo del piacere e della sorpresa. Stare seduto sul fondo del lago ad ammirare il mondo subacqueo fatto di pesci e luce blu lo aveva spinto in seguito ad esplorare il concetto dell'immersione nell'immagine visiva e a lavorare con il connubio corpo-acqua.
Il tempo
Il tempo nei video di Viola è sempre protagonista. Dilatato, rallentato fino quasi all'immobilità, quasi a voler godere di ogni singolo fotogramma della nostra esistenza per assaporarne il piacere. Il tempo è l'occasione per percepire dettagli di emozioni e sentimenti come in Observance (2002), in cui i protagonisti sono uniti dal desiderio di arrivare in testa alla fila per entrare in contatto con un oggetto misterioso. Come per partecipare ad un'epifania caratterizzata dal dolore. I personaggi si muovono come sculture arcaiche, iconiche, plastiche, simulacri dell'arte antica.
Arte ed iconografia cristiana come valori a cui ispirarsi anche per le installazioni più conosciute dell'artista: quelle mutuate dalle grandi opere dei pittori antichi.
In mostra ammiriamo The Greeting del 1995 in parallelo alla famosa tavola La Visitazione (1528-1530) del maestro fiorentino Jacopo Pontormo. Un evento che si dispiega con un'elaborazione coreografia che dura dieci minuti. Le tre donne con le loro azioni non ci suggeriscono azioni evidenti.
I loro sguardi, i loro gesti dilatatati sono sospesi nel tempo e nello spazio. L'apparente semplicità di ogni singola azione rallentata ci trasporta nello spazio dei sentimenti e dello spessore emozionale.
Sensazioni
Non è facile raccontare una mostra di videoinstallazioni così forti e cariche di significato come sono le opere di Bill Viola. Bisogna viverla, partecipare all'evento, immergersi nell'atmosfera del palazzo ottocentesco ed accostarsi lentamente alle opere. Come luoghi di profonda intimità in cui è impossibile non stabilire una forte connessione con i temi cari all'artista, universali e personali. Ed indulgere ad indagare nella nostra più intima spiritualità.
Bill Viola è riuscito in un'impresa eccezionale: la connessione totale tra lo spettatore e l'opera d'arte.
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