La costruzione di Villa Farnesina, più propriamente Villa Chigina risale ai primi anni del Cinquecento. Fu il ricco banchiere Agostino Chigi a commissionare all’architetto senese Baldassarre Peruzzi questa meravigliosa villa suburbana che si trovava all’epoca fuori dalla città, in aperta campagna. La villa viene concepita come luogo di delizie in cui potersi abbandonare liberamente all’otium e ai piaceri della vita. Essa è orientata secondo un’asse NE/SO proprio come le antiche terme Romane e presenta un’innovativa pianta ad U che richiama modelli vitruviani. La facciata principale è costituita da due corpi aggettanti con al centro una loggia aperta da cinque archi al piano terreno che, oltre a rappresentare una delle novità architettoniche del progetto, consente un dialogo continuo tra l’architettura e i giardini circostanti.
La decorazione degli ambienti interni dell’edificio fu affidata allo stesso Baldassarre Peruzzi. Nella cosiddetta “stanza del Fregio” egli realizzò un fregio pittorico avente come soggetto mitologico il ciclo delle dodici fatiche di Ercole ed alcuni episodi mitologici tratti dalle Metamorfosi di Ovidio.
Nella cosiddetta “loggia di Galatea” un tempo aperta verso il Tevere si dispiega uno dei programmi iconografici più sensazionali del Cinquecento. Il soffitto fu affrescato da Baldassarre Peruzzi con l’oroscopo di Agostino Chigi mentre sulle pareti della loggia sono rappresentate alcune scene mitologiche tartte dalle Metamorfosi di Ovidio e relative agli elementi dell’aria e dell’acqua quali ad esempio la ninfa Galatea. Quest’ultima fu realizzata da Raffaello Sanzio ed è rappresentata su una conchiglia trainata da delfini mentre fugge dal ciclope Polifemo che campeggia nel riquadro affianco realizzato da Sebastiano del Piombo.
Raffaello è l’artefice anche della sensazionale “loggia diAmore e Psiche” dove, coadiuvato dai suoi allievi, racconta la favola di Amore e Psiche tratta dall’Asino d’oro di Apuleio.
Al piano superiore è di nuovo il Peruzzi a decorare la “sala delle Prospettive” con paesaggi urbani e campestri illusionisticamente rappresentati tra le colonne dipinte. La vicina camera da letto del committente fu invece decorata dal senese Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma con scene tratte dalla vita di Alessandro Magno.
Alla fine del Cinquecento la villa fu acquistata dai Farnese ed è oggi sede di rappresentanza dell’Accademia Nazionale dei Lincei.