Il termine Pantalone deriva dalla maschera veneziana settecentesca di Pantalone ma la sua storia ha origini molto lontane.
Gli uomini fin dai tempi più antichi hanno indossato i pantaloni per la loro praticita’ per cavalcare e per lavorare, si sono trasformati in uniformi per i soldati, e’ stato il capo maschile indiscusso e nel corso dei secoli le fogge sono cambiate a secondo degli usi e costumi di ogni paese: alla turca, alla corsara, alla zuava, da odalisca, alla cinese, alla cavallerizza, zampa di elefante, a tubo, a sigaretta.
Ad esempio le brache sono state gli antenati dei pantaloni e venivano indossate dai popoli barbari e gli antichi romani consideravano questa usanza incivile, anche se poi vennero utilizzati nelle varie provincie romane ma anche vietate da leggi specifiche.
Esse avevano la funzione di coprire dal freddo poiché coprivano le gambe delle popolazioni del nord, i celti, i germani, i galli, i britanni, esse erano di pelle o di panno erano lunghe e larghe e fermate da lacci alle gambe, tenute in vita da corregge di cuoio. Quando i romani si espansero in Oriente (nella Persia) adottarono l’uso dei pantaloni indossati dagli schiavi in cuoio morbido e attillato tenuti sotto il piede.
Ma facciamo un salto in avanti….di secoli.
Il pantalone e’ sinonimo di praticita’ e disinvolta eleganza. E’ un capo che ogni donna indossa quasi giornalmente nella nostra epoca. E pensare che nella storia della moda la donna per poterli indossare e’ arrivata alla fine dell’800.
Infatti con i primi movimenti di emancipazione le donne iniziarono a indossare i pantaloni e ad andare in bicicletta.
Amelia Bloomer fu la prima a destare scandalo indossandoli a meta’ ‘800. Per la societa’ dell’epoca era scandaloso indossarli, anche se Amelia li portava in stile orientale stretti alla caviglia e ampi e coperti da un abito al ginocchio. La leggendaria attrice Sarah Bernhardt li indosso’ sul palco i primi del ‘900 e la scrittrice francese Colette si mostro’ in pantaloni per il lancio del suo romanzo Claudine.
Anche Coco Chanel negli anni a cavallo delle due guerre mondiali rivoluziono’ la moda della belle époque emancipando la donna attraverso la creazione di completi con pantalone, di solito largo, pensando alle donne che dovevano lavorare poiche’ avevano gli uomini che combattevano al fronte.
L’ispirazione gli venne a Deauville localita’ balneare dove soggiornava e poiche’ non voleva stare in spiaggia in costume da bagno, guardando al guardaroba del fidanzato, compro’ un paio di pantaloni da marinaio bianchi con i quali creo’ una mise molto affascinante aggiungendo un turbante e delle collane. Fu così che negli anni ’20 le donne portarono i pantaloni in casa o in spiaggia e poi in seguito per strada.
Negli anni ‘30-’40 Marlene Dietrich indosso’ completi prettamente maschili, e durante la seconda guerra mondiale le donne che lavoravano nei campi e nelle fabbriche indossarono pantaloni frequentemente.
Quando fini’ la guerra le donne tornarono ai vestiti e alle gonne. Negli anni ’50 i pantaloni di accorciarono e diventarono aderenti, alla caviglia, furono indossati i pinocchietti e i bermuda.
La praticita’ di questo capo fu apprezzata nel ’60 e le donne lo portarono sia quotidianamente per andare a lavorare che per le sere eleganti.
Quando fini’ la seconda guerra mondiale si abbandonarono le uniformi e i giovani si vestirono con un nuovo tessuto reperito nei mercatini dell’usato, il jeans (una tela robusta di cotone blue) che proveniva dall’America, che poi divento’ denim tinto di color indaco. Il jeans fu venduto e prodotto per la prima volta da Levi Strauss alla fine dell’800 ma nel 1950 ci fu il boom e ne furono prodotti modelli attillati legati anche a un discorso di contestazione verso il ceto sociale borghese. Il pantalone jeans e’ sinonimo di casual e tempo libero e ogni persona, nel suo armadio, ha almeno un paio di jeans.
Il termine jeans proveniva da Genova, la citta’ da cui partiva la stoffa per produrre i pantaloni da marinaio, le tende da campo, etc.
Yves Saint Laurent creo’ negli anni ‘60 un completo giacca e pantalone lo “Smoking elegante” che sostituiva egregiamente il tailleur.
Giorgio Armani negli anni ’80 fece sfilare donne sicure di se’, simbolo di donne d’affari indipendenti ed emancipate.
Nel corso degli anni ‘70-‘80 i pantaloni sono diventati un caposaldo del guardaroba femminile attraverso Armani e Yves Saint Laurent, Balenciaga, solo per citare alcuni grandi stilisti.
E’ stato più semplice fare la Rivoluzione Francese e prendere la Bastiglia piuttosto che, nella morale comune, far indossare alle donne i pantaloni, (nel 1800 fu emanata una ordinanza dalla Prefettura di Parigi che poneva il divieto di indossare i pantaloni alle donne).
Per quanto mi riguarda li porto ogni giorno! Sono troppo pratici e, soprattutto l’inverno proteggono dal freddo. Essendo poi di varie foggie ci si può sbizzarrire anche se alcuni modelli sono maggiormente utilizzati.
Per valorizzare le proprie forme ogni donna ha un modello adatto. Se si e’ alte e magre per esempio il pantalone e’ quello skinny attillato dal polpaccio alla coscia, se si e’ più rotondette mette troppo in evidenza i difetti e quindi e’ meglio indossare un pantalone palazzo, che non fascia ed e’ largo, perfetto indossato con tacco alto.
Per chi invece non ha fianchi larghi ed e’ alto, i pantaloni a vita alta sono ideali, indossati con una camicia possono coprire qualche difetto di gambe poco slanciate. E’ da portare con tacchi o zeppe.
Un piccolo consiglio per le donne con i fianchi larghi: indossare dei panta-gonna e sopra mettere una giacca aperta per ingannare l’occhio.