Con il pareggio di ieri sera la piccola Islanda ha prenotato un posto ai prossimi europei di calcio.
È un traguardo storico per questa terra inospitale e dimenticata da tutti ai confini del circolo polare artico: infatti con questa qualificazione la “Terra dei ghiacci”, questo significa Islanda, sarà la nazione più piccola che è riuscita a partecipare alle fasi finali del torneo.
Il dato curioso è che questa nazionale è prima nel suo girone, insieme all’altra grande rivelazione Repubblica Ceca, in cui sono presenti grandi nazionali come Olanda e Turchia, date favorite all’inizio.
Com’è stato possibile tutto questo?
Questa terra inospitale, costituita da ghiaccio e montagne, con 300.000 abitanti e con temperature che arrivano a -30°, aveva già sfiorato le spiagge di Rio l’anno scorso, uscendo agli spareggi contro i croati, e questo era solo l’inizio, la preparazione, che avrebbe fatto sbarcare i vichinghi in Europa.
La forza di questa nazionale è data dalla nuova generazione di campioni cresciuti tra le grandi difficoltà e partiti per i club di tutta Europa dove si sono distinti sia sul campo che fuori: il loro mentore, il primo a sbarcare nell’Europa che conta, è stato Eidur Gudjohnsen, il più forte calciatore islandese di sempre (e l’unico che è riuscito a vincere la Champions League) che ha vissuto gli anni migliori con le maglie di Chelsea e Barcellona.
Poi c’è la nuova generazione capitanata dalle stelle Sigurdsson e Sightorsson, in Italia conosciamo bene Bjarnason, ex Pescara e Sampdoria, ora al Basilea e Hallfredsson, centrocampista del Verona.
Grazie a Gudjohnsen il calcio islandese è passato da dilettantistico a professionistico: con i fondi della federazione (Ksi) e dei municipi si sono creati impianti indoor in cui chiunque può giocare, corsi di aggiornamenti per allenatori e la guida della nazionale affidata a Lars Lagerback.
Ma c’è forse qualcosa di più?
Sì perché la nazionale rispecchia il suo paese: quegli 11 in campo sono tutti guerrieri pronti a giocarsela alla pari con tutti, le difficoltà gli islandesi le affrontano sin da piccoli e devono cavarsela da soli… Sì perché è nella loro mentalità forte e tenace non mollare mai, come quando devi affrontare il freddo che ti entra anche nei polmoni e nelle ossa: sono una squadra a cui segnare è davvero difficile ( in tutto il girone solo 3) e che, anche se non fa goleade, quando segna non molla e lo difende fino alla fine.
Sono cinici, testardi, organizzati ed affiatati, che sanno le loro “lacune” tecniche, ormai non troppe, e i loro punti di forza, dei veri vichinghi.
Ora che hanno raggiunto un traguardo importante e prestigioso continueranno a lottare contro tutti, non importa il blasone, non importano i compensi, gli sponsor, gli stipendi, conta solo il campo, la battaglia ed il dare tutto su ogni pallone come fosse l’ultimo.
Sono già riusciti ad arrivare in Francia e, forse, a conquistare l’Europa.