Perché scandalizza il seno di una madre? La commissione tecnica del Comune di Milano riguardo a un’opera di Vera Omodeo, che rappresenta una madre che allatta e che doveva essere collocata in una piazza, si è pronunciata in questo modo: “La scultura rappresenta valori rispettabili ma non universalmente condivisibili da tutte le cittadine e i cittadini, ragion per cui non viene dato parere favorevole all’inserimento in uno spazio condiviso”. Quest’opera è stata bocciata anche perché vedevano in essa delle “sfumature squisitamente religiose”. Forse si vuole far intendere che non si può mischiare il sacro al profano? E dove sta il profano nell’allattamento? Perché non riconoscere in esso la sacralità della maternità? Oppure l’opera è troppo religiosa? La scultura rappresenterebbe forse una divinità? Non scherziamo! E se poi dovessimo valutare ogni opera d’arte in base a dei valori “universalmente condivisi”, probabilmente l’arte stessa sarebbe ben poca cosa, ammesso e non concesso che l’arte debba rappresentare dei valori! Il celebre critico Vittorio Sgarbi parla di questioni Lgbt dietro a questa scelta. Sgarbi ricorda che nella storia dell’arte è presente da secoli “l’iconografia dell’allattamento“. Comunque il sindaco di Milano e l’assessore alla cultura si sono opposti al parere, peraltro “consultivo” della Commissione tecnica. C’è stato il flash mob di alcune mamme, che hanno anche allattato i figli in piazza. Probabilmente verrà trovata un’altra collocazione pubblica e non in un museo. Forse finirà nel giardino di una clinica. Ma cerchiamo di analizzare le possibili spiegazioni psicologiche e culturali sul perché una madre che allatta in pubblico sia così disturbante e pornografica per alcuni. Perché scandalizza il seno di una madre? Le vere ragioni innanzitutto risiedono nella psicologia dinamica e nella psicologia del profondo. Klein distingue tra seno buono, quello che allatta il neonato, e seno cattivo, quello che si nega al bambino, causando frustrazione. Per Winnicott il seno della madre è il primo vero oggetto transizionale nella vita, è tramite esso che l’allucinazione del bambino diventa realtà, nutrendolo e soddisfacendo i suoi bisogni. Scandalizzarsi del seno di una madre significa quindi considerare contro la morale la natura stessa. Perché scandalizza il seno di una madre? Forse per ragioni prettamente psicologiche e inconsce più che razionali ed etiche. Come scriveva Attilio Bertolucci: “Assenza, più acuta presenza”. Forse alcuni sono scandalizzati dalla vista di una madre che allatta perché manca loro quel seno materno: vorrebbero ritornare bambini e avere ancora la madre che li accudisce. Lo scandalo quindi sarebbe frutto di assenza e nostalgia per un rapporto che non potranno più avere. In fondo chi non vorrebbe ritornare bambino e avere le cure di una giovane madre? La psicanalisi ci insegna che è un desiderio ancestrale, primigenio, universale, proprio come quello di ritornare nel ventre materno o quello di ritornare bambini e di mettersi nel letto dei genitori, coccolati da loro. Forse questi moralisti si infastidiscono alla vista di una scultura che rappresenta l’allattamento perché loro non possono più avere “quell’attimo di madre”, come canta in una sua canzone Vecchioni. Perché scandalizza il seno di una madre? Forse è addirittura questione di maschilismo! L’allattamento ricorda a noi uomini l’assoluta condizione di dipendenza psicofisica a una donna. Oppure semplicemente la maternità non deve essere rappresentata perché è un tabù, senza saperne il motivo o per un motivo che ci sfugge. Oppure questa opera della Omodeo disturba chi non può o non vuole la maternità. Gassman, una volta in televisione, recitò una lirica di un poeta minore, che condannava il disprezzo dei benpensanti per la vista di una madre che allattava suo figlio. Scandalizzarsi per quell’opera d’arte della Omodeo è un disconoscimento dell’importanza dell’allattamento. Mi ricordo che la mia bisnonna non aveva abbastanza latte e ricorse a una nutrice di Livorno, e per due generazioni le loro famiglie rimasero amiche, si frequentarono assiduamente, si facevano nel corso degli anni spesso visita; mio padre veniva ospitato d’estate a Livorno da quella famiglia. Per secoli è esistito il lavoro della balia; c’era addirittura l’emigrazione delle balie. Oggi in quest’epoca di Pornhub e Youporn ci si scandalizza per l’allattamento, atto necessario per crescere un figlio? È solo un atto naturale! Perché scandalizza il seno di una madre in una società odierna dove niente fa più scandalo? Perché scandalizza allora il seno di una madre? E se a scandalizzare fosse la maternità in un’Italia in cui non si fanno più figli? Perché deve vincere il perbenismo? Perché questa censura? Perché questo moralismo d’accatto? Dov’è lo scandalo in una donna che allatta? Meglio allora le provocazioni di Cattelan? È proprio il caso di dire: “Molto rumore per nulla”. È vero che in Italia non possono girare per le strade in topless, perché alcuni giudici potrebbero considerarlo illegale e potrebbero considerare questi atti osceni in luogo pubblico. È vero che secondo la nostra cultura c’è una disparità di trattamento e gli uomini possono mettersi a torso nudo per la strada. Ma in fondo anche questo non è moralismo? E poi si può parlare ancora di morale pubblica per tutto questo? Perché scandalizza il seno di una madre? Per alcuni l’allattamento è un atto privato come la masturbazione ed è un’oscenità esporre il seno alla vista dei passanti. Insomma è questione di buon gusto! Per queste persone prevale la concezione del seno come zona erogena e al contempo oggetto del desiderio maschile sulla concezione del seno come oggetto naturale di nutrimento di un figlio. E seguendo questa logica perché non imporre tutta la copertura del corpo femminile? Forse può disturbare proprio come il crocefisso nelle scuole i bambini di religione musulmana? Ma l’integrazione è anche adattamento culturale reciproco, rispetto culturale reciproco e non si può rinnegare totalmente la cultura occidentale. Alcuni vedono in una donna che allatta un’esibizionista, addirittura una peccatrice e non semplicemente una madre. Perché scandalizza il seno di una madre? Ad alcuni urta la sensibilità una donna che allatta perché vedono solo la nudità e non considerano la naturalità di quel gesto. Alcuni pensano: “non sta bene scoprirsi il seno in pubblico”. Si appellano e si rifanno a un comune senso del pudore, che oggi, volenti o nolenti, non esiste più. Scandalizzarsi significa essere preda di un antico retaggio patriarcale in cui le donne devono far vedere le loro grazie solo ai mariti. Questa è una sottocultura da non sottovalutare ed è la stessa che considerava ogni minima traccia di erotismo nell’arte mera pornografia, che danneggiava le menti dei lettori. Ma questa pruderie era tipica dell’epoca vittoriana in cui l’amplesso, la vista dei genitali e ogni accenno di sensualità destavano scandalo. Oppure forse un seno che allatta disturba perché, come scriveva Pasolini, “la coppia è maledetta”, dato che secondo lui mettere al mondo un figlio è “un atto criminale” a causa dell’esplosione demografica planetaria? Perché scandalizza il seno di una madre? Oppure, ritornando a quel che è successo a Milano, la commissione tecnica ha usato lo stesso metro di giudizio degli algoritmi dei social, che censurano capezzoli femminili? Perché pensare che la cultura di una città non possa essere costituita anche da quest’opera? È la nudità che scandalizza e non può essere considerata cultura cittadina? Il Comune di Milano ha dato un segno inequivocabile di chiusura e arretratezza e ha perso una buona occasione per promuovere la toponomastica femminile, che anch’essa è una conquista civile, culturale e riguarda la parità di genere. Come si può parlare di femminismo, post-femminismo, emancipazione femminile, libertà femminile, se il corpo femminile non può ancora essere rappresentato pubblicamente in una città ultramoderna e civile come Milano? E anche accampare la scusa che quest’opera d’arte sia inappropriata in un contesto urbano è stupida. Anche pensare che possa scandalizzare i bambini è fuori luogo. I bambini di oggi sono pornonativi. Il bombardamento pornografico invade già le loro menti in tenera età. Non a caso la cantautrice Madame scrive in un suo brano che visitava Pornhub già a otto anni. Perché scandalizza il seno di una madre? Scandalizzarsi significa vedere lo scandalo dove non c’è. Che poi sono risaputi ormai i vantaggi psicofisici per i bambini ed economici per la collettività dell’allattamento! Lo scandalo, a ben vedere, è nelle menti di questi bacchettoni e non nell’opera d’arte, rappresentante l’allattamento, che è il momento clou della relazione tra madre e figlio: l’atto più necessario e più naturale del mondo per la crescita dei figli. Il peccato sta in questo caso specifico in chi guarda e giudica e non nella madre che allatta o nell’opera d’arte che rappresenta tale scena. E sempre riguardo a Milano quella della commissione tecnica è davvero una “scena madre” (mi si permetta il gioco di parole) che la città non si meritava. I milanesi sono abituati davvero a vedere cose più oscene e segno di degrado, quello vero, ogni giorno. Sono davvero altri i problemi di Milano.