E’ “On writing. Autobiografia di un mestiere” il titolo del libro in cui Stephen King racconta come la scrittura sia diventata per lui un mestiere. Pubblicato nel 2000 in Italia da Sperling & Kupfer a fine 2015 è stato ripubblicato da Frassinelli.
Nella lunga lista di opere dello scrittore statunitense, che da metà anni settanta sforna un bestseller all’anno, spiccano titoli come Misery, Shining, Carrie, Christine la macchina infernale, It e Il Miglio Verde.
Thriller e horror movie che ci hanno tenuti incollati al grande o piccolo schermo. Storie nate su carta stampata che hanno permesso allo scrittore di vestire anche i panni di sceneggiatore.
Nella prima parte di On writing, King raccoglie alcuni episodi autobiografici sottolineando come passione, dedizione e determinazione gli hanno permesso di entrare nel mondo dell’editoria e di vivere di scrittura, con un successo che si conferma ad ogni nuova pubblicazione.
La seconda parte è incentrata sulla faticosa e piacevole attività di metter nero su bianco.
Potete avvicinarvi all’atto di scrivere con nervosismo, eccitazione, speranza, o anche disperazione, la sensazione cioè che non riuscirete mai a mettere sulla pagina quello che avete nella mente e nel cuore. Potete avvicinarvi a quell’atto con i pugni chiusi e gli occhi stretti, pronti a menare e a prendere nota dei nomi. Potete mettervici perché volete farvi sposare da una certa ragazza o perché volete cambiare il mondo. Mettetevici in qualsiasi modo, ma non alla leggera.
Linguaggio, trama, personaggi, dialoghi, stile, ritmo, bozze e revisioni sono i temi che troviamo anche nel programma di un buon corso o manuale di scrittura creativa.
Tono e intenzioni dell’autore non sono però qui quelle del docente, ma del fratello maggiore che con molta ironia racconta ai fratelli più piccoli come ha spianato loro la strada. Ci sono scelte e convinzioni vincenti ma anche inevitabili dubbi, ripensamenti e tentativi fallimentari. Nessuna presunzione di un sapere certo e universalmente valido ma il semplice e schietto racconto di ciò che è stata la sua esperienza.
Scrivere è una forma di telepatia tra scrittore e lettore.
Si scrive con la porta chiusa. King per preservarsi da qualsiasi interferenza mette musica rock a tutto volume.
Il punto di partenza non è la trama, ma una situazione e dei personaggi ben costruiti.
Si scrive per un Lettore Ideale. Per King è la moglie Tabby.
I due esercizi fondamentali per uno scrittore sono leggere e scrivere il più possibile.
Come un artigiano anche lo scrittore ha la sua cassetta degli attrezzi dove tiene vocabolario, grammatica, stile, ritmo, fantasia e possibilmente anche po’ di humor.
Il libro si chiude con un post scriptum sul vivere, in cui King racconta dell’incidente di cui è rimasto vittima nel 1999, proprio durante la stesura del manoscritto di On writing. Il percorso di riabilitazione per rimettersi in piedi è stato lungo, difficile e doloroso e ancor di più lo è stato riprendere a scrivere.
Scrivere non c’entra niente col fare soldi, diventare famoso, crearsi occasioni galanti, agganciare una scopata o stringere amicizie. Alla fine è soprattutto un modo per arricchire la vita di coloro che leggeranno i tuoi lavori e arricchire al contempo la propria. Scrivere è tirarsi su, mettersi a posto e stare bene.
Super!
Grazie