Quanta fuffa c’è? Sono in macchina con un mio carissimo amico che riceve una telefonata da un collega e si mette a parlare di lavoro. È in vivavoce. A un certo punto l’interlocutore gli dice: “è tutta fuffa”. Mi metto a riflettere. È lo stimolo giusto, l’input giusto che mi fa scaturire dei pensieri e che suscita delle riflessioni. Mi chiedo: quanta fuffa c’è in questa Italia, in questo mondo? Nei primi anni duemila con i primi blog qualcuno disse che questi siti erano tutti fuffa. La maggioranza dei blog erano personali ed erano dei diari giovanili online. Gli internauti li visitavano per farsi gli affari altrui, per curiosità morbosa. Era una novità virtuale. Un tempo ognuno teneva un diario, ma lo metteva chiuso a chiave nel cassetto e solo gli amici o le amiche del cuore potevano leggerlo. Invece nei primi anni duemila con i blog ci fu la diffusione esponenziale delle effemeridi giovanili. Un tempo, oggi lontano, le persone visitavano blog pieni di cavolate, di cattivo gusto, appunto fuffa per voyeurismo. Da qualche anno a questa parte con i social tutti sfogano il proprio esibizionismo, narcisismo, voyeurismo sui social. Alcuni dicono che i blog sono morti. In realtà io, che collaboro a diversi blog e ne visito spesso molti altri, posso garantire che i blog godono di ottima salute, sono vivi e vegeti. Oggi i blog non sono più pessimi. Posso scrivere che pochissimi visitano oggi i blog personali, mentre i migliori blog sono soprattutto collettivi. Io stesso non vedo differenza tra blog culturali e testate giornalistiche online. Ma questo non è avvenuto per la troppo citata selezione naturale (in quest’epoca anche i più progressisti sono darwinisti socioeconomici nel loro profondo), ma perché l’unione fa la forza e poi si è verificato lo spostamento della fuffa sui social (che sembrano essere stati studiati scientificamente per la fuffa). Quindi oggi c’è maggiore qualità nei blog rispetto a un tempo, indipendentemente dagli argomenti che trattano. Ma quanta fuffa c’è anche nei libri oggi? Tutti gli autori pensano di scrivere un libro che non si può fare a meno di leggere. Ma è veramente così? Ne siamo davvero così sicuri? Alcuni credono ancora nel maggior prestigio culturale della carta stampata. Ma ancora mi chiedo: è davvero così? Un autore prima di pubblicare un libro dovrebbe chiedersi: in cosa è davvero originale il mio libro? Quale contributo dà? È veramente se non necessario almeno un minimo utile o quantomeno interessante? Personalmente non ci metterei la mano sul fuoco. E tutti sono lì ad autopromuoversi. Non è fuffa anche questa? Leggevo qualche giorno fa “Il dizionario dei luoghi comuni” di Flaubert. Sono rimasto stupito a vedere che alcuni luoghi comuni della sua epoca, per quanto dei salotti buoni, ancora oggi oggi alcuni intellettuali li spacciano come verità inoppugnabili. I luoghi comuni sono insidiosi, soprattutto quando sono così diffusi e ripetuti da sembrare ai più certezze assolute. Se intendiamo per fuffa il chiacchiericcio inutile e la masturbazione mentale sono pochissimi coloro che ne sono esenti. Mi chiedo a questo punto quanta fuffa abbiamo tutti nel cervello. Per non parlare delle cretinerie che da bravi italiani teledipendenti assorbiamo come spugne, sorbendoci le nostre trasmissioni televisive generaliste, dove regna tantissimo intrattenimento e dove le futilità, il gossip fanno da padroni incontrastati. Quanta fuffa inconcludente c’è in politica? E quanta fuffa c’è nelle canzonette, nei discorsi dal barbiere e da bar, nelle pause lavorative davanti al distributore automatico del caffè, nelle discoteche? Siamo sommersi dalla fuffa. Dovremmo tutti iniziare a fare un’opera di igiene mentale e culturale per ridurre la fuffa: dovremmo riflettere, fare meditazione in silenzio, leggere buoni libri, vedere ottimi film, ascoltare musica di qualità. Ma la fuffa è una gramigna nelle nostre menti. Infesta il cervello; cerchi di eliminarla, ma subito ricresce. La fuffa è una grande arma di distrazione di massa insieme alla pornografia gratuita sul web. Il potere ci tiene in scacco, facendo leva sul bisogno innato di frivolezza e superficialità insito nell’animo umano. Poi il potere completa tutto lasciando che la droga inebetisca i giovani. La droga diventa un’arma di distruzione della gioventù. Più droga c’è e più è improbabile che i giovani contestino il potere. Negli anni ‘70 è stato forse un caso che i giovani trovassero l’eroina così a buon mercato? E perché la politica e lo Stato erano così inefficienti nel contrastare questo fenomeno che fece tante vittime? E oggi perché i giovani trovano così a basso costo in ogni quartiere le canne, che sono più potenti di un tempo (mi riferisco al principio attivo)? Perché non si debella la droga, che oggi non è più leggera in nessun caso? I cervelli in stato alterato di coscienza sono alla deriva oppure il massimo che possono fare è credere alla fuffa e vivere di fuffa. Certo la fuffa è legale e legittima. Tutti subiamo l’impulso insopprimibile di creare fuffa, ascoltare e leggere fuffa. La qualità ogni anno diminuisce notevolmente. Siamo tutti nel mare magnum della fuffa!